Il Gioiello del Tombolo
Il Gioiello del Tombolo
Cenni storici del merletto a tombolo
Il merletto a tombolo non appare prima dell’inizio del XVI secolo. E’, dunque, una tecnica tarda rispetto alle altre forme di utilizzazione delle fibre simili come la tessitura, il ricamo o l’intreccio. “Il merletto rappresenta un concetto tecnico che non deve niente all’Oriente, al contrario di tutte le altre tecniche tessili”. Il merletto è stato inventato contemporaneamente in due posti diversi e con tecniche differenti (il fusello e l’ago) ma con lo stesso obiettivo estetico. Fu inventato in Fiandra, nella regione di Anversa ed a Venezia, tutti e due all’inizio del XVI sec. Nella società di questa epoca, uno dei cambiamenti sociali più importanti fu il libro stampato: nel corso di più di un secolo, gli editori veneziani, parigini, di Anversa e altri pubblicarono dozzine di libri che proponevano modelli di merletti. Tra il 1557 ed il 1563 a Venezia (dove si pubblica il 70% dei libri di disegni per merletti editi in tutta Europa durante il XVI sec.), escono Le Pompe, due tomi dedicati esclusivamente al tombolo. Il merletto a tombolo veniva considerato l’”ideale” poiché era esso stesso una forma materializzata di un’idea immateriale, quindi, spirituale e questo, armoniosamente, si riallacciava alla concezione della bellezza ideale diffusa dai neoplatonici del Rinascimento e che aveva fatto nascere nel pubblico il sentimento del dover essere bello. Ciascuno poteva beneficiare di questo valore aggiunto che apportava il merletto: i ricchi potevano permettersene molto, poteva essere in filo d’oro e d’argento piuttosto che in lino bianco; i poveri potevano permettersene poco e lo avrebbero realizzato da soli. I giovani potevano indossarne tanto quanto i più anziani e gli uomini potevano adornarsene quanto le donne, poiché il merletto non fu considerato come qualcosa di femminile che a partire dal XIX sec. Il merletto a fusello è sempre stato molto costoso sia per il tempo impiegato sia per la necessaria abilità artistica. I merletti sono stati sempre considerati una proprietà preziosa: infatti li troviamo elencati negli inventari e nei testamenti insieme con dipinti, mobili, argenteria e gioielli.Storia del merletto a tombolo di Scanno
Secondo alcune testimonianze, la tecnica del merletto a tombolo giunse a Scanno quando le mogli dei capomastri e muratori lombardi ( che nel 1700 si erano qui recati per la ricostruzione di chiese, monumenti, portali dopo il terremoto), cominciarono ad insegnarla alle donne di questo luogo le quali si dedicarono, soprattutto durante i lunghi inverni, alla lavorazione del tombolo. Altri sostengono la tesi che influenze nella lavorazione del merletto a Scanno si ebbero, nel 1600 da parte delle Repubbliche Marinare di Venezia e di Genova quando, nelle fiere-mercato allestite nelle zone d’Abruzzo, c’era lo scambio delle merci. La lana, i tessuti, i formaggi erano i prodotti tipici di Scanno da scambiare con altri prodotti, tra i quali i merletti che arricchivano i corredi delle spose o impreziosivano tovaglie e paramenti sacri. I documenti più antichi che sono la testimonianza della presenza del tombolo a Scanno risalgono alla metà del 1500. Questi documenti sono costituiti da inventari di beni ecclesiastici e da carte “dotali” nelle quali veniva trascritta la dote della futura sposa. A proposito di una carta dotale del 1609, il dott. Celidonio, il quale afferma che, nella sua ricerca, il più antico documento da lui rinvenuto a Scanno è del 1548,ci dà la spiegazione del termine secentesco “dobile”: tovaglie guarnite di merletti piuttosto lunghe, adoperate dalle puerpere specialmente per nettezza della rimboccatura del lenzuolo. Fino al secolo scorso era d’uso la piega finta, come lenzuolo della sposa, con ricami e merletti a tombolo.Nell’opera di Giorgio Morelli, noto ricercatore archivista, “Il Collegio e Chiesa di Gesù e Maria”(1994) è riportato un inventario del 1880 dei beni della Confraternita della Madonna delle Grazie di Scanno e, tra i beni mobili è citata una “tovaglia guarnita con raso rosso ricamato con fili d’argento”, molto preziosa, del tutto conforme a quella ancora oggi conservata. Altri studiosi ancora, dichiarano che la realizzazione del merletto a tombolo a Scanno è cominciata quando il corpetto ( ju cummudine) dell’abito delle donne di Scanno si arricchisce della “scolla” (gorgiera), ossia un merletto a tombolo cucito intorno al collo, di filo bianco, originale, raffinato che la donna eseguiva a proprio gusto e fantasia, più alto del precedente merletto, staccabile e scambiabile. Insieme alle tecniche di lavorazione arrivarono in Abruzzo anche i disegni che erano realizzati maggiormente dagli artisti del Rinascimento e riportati in specifici libretti. Questi disegni venivano utilizzati soprattutto dalle donne benestanti; mentre le donne che non potevano permettersi il lusso di possedere un libro iniziarono a creare da sole il disegno su carta.Parte tecnica di lavorazione
Il pizzo a tombolo è un’arte che sorprende per la sua vitalità: è quell’arte che richiede agilità e sincronia delle mani e della mente. Cuscino, filo, fuselli, spilli sono gli strumenti del tombolo che diventa pizzo in base a complicati disegni anch’essi tramandati o reinventati e a punti dai nomi appassionatamente legati alla lingua dialettale. Questo tipo di pizzo è realizzato con l’ausilio del tombolo, ossia un rullo, un cuscino cilindrico, di varie misure, imbottito di crine vegetale oppure, in passato, di paglia, foglie secche o segatura; una serie di coppie di fuselli che sono bastoncini in legno sui quali viene avvolto, sempre a mano, il filo che, se anche viene fermato da una specie di cappio, deve poter scorrere durante la lavorazione e seguendo un disegno già predisposto su carta. Con gli spilli i fili sono fissati al tombolo ed i fuselli, tutti pendenti alla stessa altezza ed opportunamente manovrati in due movimenti, “girare ed incrociare”, danno luogo a mezze passate o passate intere che possono formare diversi motivi: a grata, a tulle, a tela, a reticolato, ad intreccio o ad altre forme. I fili utilizzati per fare il merletto a tombolo possono andare in tutte le direzioni: in avanti, indietro, a sinistra e a destra; certi fili possono restare inutilizzati, poi ripresi più tardi oppure possono essere utilizzati tutti insieme.Cenni storici del merletto a tombolo
Cenni storici del merletto a tombolo
Il merletto a tombolo non appare prima dell’inizio del XVI secolo. E’, dunque, una tecnica tarda rispetto alle altre forme di utilizzazione delle fibre simili come la tessitura, il ricamo o l’intreccio.
“Il merletto rappresenta un concetto tecnico che non deve niente all’Oriente, al contrario di tutte le altre tecniche tessili”.
Il merletto è stato inventato contemporaneamente in due posti diversi e con tecniche differenti (il fusello e l’ago) ma con lo stesso obiettivo estetico. Fu inventato in Fiandra, nella regione di Anversa ed a Venezia, tutti e due all’inizio del XVI sec.
Nella società di questa epoca, uno dei cambiamenti sociali più importanti fu il libro stampato: nel corso di più di un secolo, gli editori veneziani, parigini, di Anversa e altri pubblicarono dozzine di libri che proponevano modelli di merletti. Tra il 1557 ed il 1563 a Venezia (dove si pubblica il 70% dei libri di disegni per merletti editi in tutta Europa durante il XVI sec.), escono Le Pompe, due tomi dedicati esclusivamente al tombolo.
Il merletto a tombolo veniva considerato l’”ideale” poiché era esso stesso una forma materializzata di un’idea immateriale, quindi, spirituale e questo, armoniosamente, si riallacciava alla concezione della bellezza ideale diffusa dai neoplatonici del Rinascimento e che aveva fatto nascere nel pubblico il sentimento del dover essere bello. Ciascuno poteva beneficiare di questo valore aggiunto che apportava il merletto: i ricchi potevano permettersene molto, poteva essere in filo d’oro e d’argento piuttosto che in lino bianco; i poveri potevano permettersene poco e lo avrebbero realizzato da soli. I giovani potevano indossarne tanto quanto i più anziani e gli uomini potevano adornarsene quanto le donne, poiché il merletto non fu considerato come qualcosa di femminile che a partire dal XIX sec.
Il merletto a fusello è sempre stato molto costoso sia per il tempo impiegato sia per la necessaria abilità artistica. I merletti sono stati sempre considerati una proprietà preziosa: infatti li troviamo elencati negli inventari e nei testamenti insieme con dipinti, mobili, argenteria e gioielli.
Storia del merletto a tombolo di Scanno
Secondo alcune testimonianze, la tecnica del merletto a tombolo giunse a Scanno quando le mogli dei capomastri e muratori lombardi ( che nel 1700 si erano qui recati per la ricostruzione di chiese, monumenti, portali dopo il terremoto), cominciarono ad insegnarla alle donne di questo luogo le quali si dedicarono, soprattutto durante i lunghi inverni, alla lavorazione del tombolo.
Altri sostengono la tesi che influenze nella lavorazione del merletto a Scanno si ebbero, nel 1600 da parte delle Repubbliche Marinare di Venezia e di Genova quando, nelle fiere-mercato allestite nelle zone d’Abruzzo, c’era lo scambio delle merci. La lana, i tessuti, i formaggi erano i prodotti tipici di Scanno da scambiare con altri prodotti, tra i quali i merletti che arricchivano i corredi delle spose o impreziosivano tovaglie e paramenti sacri. I documenti più antichi che sono la testimonianza della presenza del tombolo a Scanno risalgono alla metà del 1500. Questi documenti sono costituiti da inventari di beni ecclesiastici e da carte “dotali” nelle quali veniva trascritta la dote della futura sposa. A proposito di una carta dotale del 1609, il dott. Celidonio, il quale afferma che, nella sua ricerca, il più antico documento da lui rinvenuto a Scanno è del 1548,ci dà la spiegazione del termine secentesco “dobile”: tovaglie guarnite di merletti piuttosto lunghe, adoperate dalle puerpere specialmente per nettezza della rimboccatura del lenzuolo.
Fino al secolo scorso era d’uso la piega finta, come lenzuolo della sposa, con ricami e merletti a tombolo.Nell’opera di Giorgio Morelli, noto ricercatore archivista, “Il Collegio e Chiesa di Gesù e Maria”(1994) è riportato un inventario del 1880 dei beni della Confraternita della Madonna delle Grazie di Scanno e, tra i beni mobili è citata una “tovaglia guarnita con raso rosso ricamato con fili d’argento”, molto preziosa, del tutto conforme a quella ancora oggi conservata.
Altri studiosi ancora, dichiarano che la realizzazione del merletto a tombolo a Scanno è cominciata quando il corpetto ( ju cummudine) dell’abito delle donne di Scanno si arricchisce della “scolla” (gorgiera), ossia un merletto a tombolo cucito intorno al collo, di filo bianco, originale, raffinato che la donna eseguiva a proprio gusto e fantasia, più alto del precedente merletto, staccabile e scambiabile.
Insieme alle tecniche di lavorazione arrivarono in Abruzzo anche i disegni che erano realizzati maggiormente dagli artisti del Rinascimento e riportati in specifici libretti. Questi disegni venivano utilizzati soprattutto dalle donne benestanti; mentre le donne che non potevano permettersi il lusso di possedere un libro iniziarono a creare da sole il disegno su carta.
Parte tecnica di lavorazione
Parte tecnica di lavorazione
Il pizzo a tombolo è un’arte che sorprende per la sua vitalità: è quell’arte che richiede agilità e sincronia delle mani e della mente.
Cuscino, filo, fuselli, spilli sono gli strumenti del tombolo che diventa pizzo in base a complicati disegni anch’essi tramandati o reinventati e a punti dai nomi appassionatamente legati alla lingua dialettale.
Questo tipo di pizzo è realizzato con l’ausilio del tombolo, ossia un rullo, un cuscino cilindrico, di varie misure, imbottito di crine vegetale oppure, in passato, di paglia, foglie secche o segatura; una serie di coppie di fuselli che sono bastoncini in legno sui quali viene avvolto, sempre a mano, il filo che, se anche viene fermato da una specie di cappio, deve poter scorrere durante la lavorazione e seguendo un disegno già predisposto su carta. Con gli spilli i fili sono fissati al tombolo ed i fuselli, tutti pendenti alla stessa altezza ed opportunamente manovrati in due movimenti, “girare ed incrociare”, danno luogo a mezze passate o passate intere che possono formare diversi motivi: a grata, a tulle, a tela, a reticolato, ad intreccio o ad altre forme.
I fili utilizzati per fare il merletto a tombolo possono andare in tutte le direzioni: in avanti, indietro, a sinistra e a destra; certi fili possono restare inutilizzati, poi ripresi più tardi oppure possono essere utilizzati tutti insieme.